A tutti può capitare, ogni tanto, di provare dei fastidi o dei sintomi fisici che possono interferire con le attività quotidiane. Questa situazione può trasformarsi in un disturbo psicologico quando, per esempio, tali fastidi si presentano per almeno 6 mesi, sono tali da compromettere la vita quotidiana della persona e si accompagnano a pensieri eccessivi sulla gravità dei sintomi e una forte ansia, oppure se tali fastidi sono molto lievi, o anche assenti, tanto da non giustificare le preoccupazioni per la propria salute.
Nel DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi mentali) vengono elencati tutti i disturbi da sintomi somatici, i principali sono:
- Disturbo da sintomi somatici
- Disturbo da ansia di malattia
- Disturbo da sintomi neurologici funzionali (disturbo da conversione)
Cause
I fattori che possono causare un disturbo da sintomi somatici sono molti, per esempio fattori genetici e biologici, ma anche psicologici e di natura sociale e spesso tali fattori sono legati strettamente tra di loro. Tali disturbi possono anche essere causati da eventi traumatici.
Il circolo vizioso del disturbo
Solitamente accade che una persona possa avere delle difficoltà a descrivere e riconoscere le emozioni e che le risulti difficile distinguere tra sensazioni ed emozioni. In questo modo, quando una persona prova ansia, che si accompagna spesso a sensazioni fisiche come tensioni, mal di pancia ecc., possa non riconoscere l’emozione e pensare che le sensazioni fisiche che sente siano i sintomi di una malattia fisica. Questo aumenta l’ansia e con essa anche i sintomi fisici che l’accompagnano tanto che la persona inizia a preoccuparsi sempre di più. Può anche accadere che la persona, percependo delle sensazioni fisiche legate ad un’emozione, sia più attenta a tutto ciò che avviene nel suo corpo. Questa maggiore attenzione può portare la persona a scambiare delle normali sensazioni fisiche per dei sintomi fastidiosi e può portarla a pensare di avere una malattia.
In entrambe le situazioni la persona può cercare delle rassicurazioni che danno sollievo immediato ma che nel tempo rafforzano le preoccupazioni e ne fanno sorgere di nuove.
Terapia Cognitivo-Comportamentale
La Terapia Cognitivo-Comportamentale risulta essere un valido aiuto per le persone che soffrono di disturbi da sintomi somatici. Tale approccio può aiutare il paziente a prendere consapevolezza del meccanismo di funzionamento del proprio disturbo, a individuare pensieri e comportamenti più utili per fronteggiare la situazione e può aiutarlo ad apprendere nuove strategie per gestire il dolore e lo stress in modo da riacquistare uno stile di vita soddisfacente.
Per approfondire:
- Il manuale dell'ansia e delle preoccupazioni. La soluzione cognitivo comportamentale. D.A. Clark, A.T. Beck. 2016, Positive Press: Verona.
- Ragione ed emozione. A. Ellis. 1989, Astrolabio: Roma.
Terapie di terza generazione
Le terapie di terza generazione rappresentano un’evoluzione della terapia cognitivo-comportamentale. Tra queste, le terapie basate sulla mindfulness, come per esempio la MBCT (Terapia cognitiva Basata sulla Mindfulness), possono aiutare la persona a diventare maggiormente consapevole delle proprie sensazioni fisiche e delle proprie emozioni e a gestirle in modo migliore.
Per approfondire:
- La terapia cognitiva basata sulla mindfulness. Caratteristiche distintive. R. Crane. 2012, Milano: Franco Angeli